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Blues between my ears #7

  • Dario Gaggero
  • 1 set 2015
  • Tempo di lettura: 2 min

Carissimi Voodoo Bombers,

bentornati a ‘Blues Between My Ears’, la rubrica di blues e assortite amenità che va in ferie quando meno ve l’aspettate e torna quando fa comodo a lei, senza consultare anima viva.

Vi ricordate di me? Sono Dario Gaggero, Dotto Conoscitore di Futili Minuzie, Blues Shouter a Scartamento Ridotto, Responsabile del Personale degli Snake Oil Ltd, la band di tendenza che scaccia la sonnolenza.

Spero che le vacanze estive vi abbiano lasciato pasciuti e soddisfatti: noi ci siamo dati parecchio da fare, nel nostro piccolo. Abbiamo suonato a Fortissimo, a Oltre il Juke Box 2015 e al Rien Ne Va Blues Festival di Zoagli con tanti amici vecchi e nuovi. Ah, la dura vita delle rockstar!

Che dire poi della divertente e divertita intervista rilasciata ai microfoni di Radio SENZA TEMPO? Se non vivete in una caverna ne avrete già sentito parlare…ma fate ancora in tempo a cercarla on line, non diremo a nessuno del vostro colpevole ritardo. Se poi non conoscete ancora Radio SENZA TEMPO è decisamente ora di rimediare. Io non vi ho detto niente, ma poi mi ringrazierete.

Il bluesman di oggi è al momento oggetto di un curioso revisionismo storico, ma è stato indubbiamente uno dei grandi protagonisti del blues elettrico degli anni ’50: sto parlando di Jimmy Reed, signore e signori. Un’armonica dalle note acutissime, una voce rilassata e biascicata e uno stile chitarristico semplice ma efficace, vero ponte di passaggio tra certe ingenuità del blues rurale e un nuovo stile elettrico: queste le armi che lo hanno portato ad essere una delle stelle più fulgide della Chicagoana Vee-Jay Records e ad accumulare un numero impressionante di hits nelle classifiche R&B e Pop. Il fatto di non possedere la potenza e la carica sensuale di un Muddy Waters o l’animalesca ferocia di un Howlin’ Wolf (giusto per citare due dei suoi ‘rivali’ più conosciuti) fa sì che il suo stile possa apparire inizialmente più ‘blando’ e meno eccitante a un ascoltatore ‘moderno’ (pfui!).

Ma in Jimmy Reed albergano una grande poetica, una grande comunicatività, un eccezionale fascino. ‘Honest I do’, ‘Ain’t that lovin’ you baby’, ‘Big Boss Man’ e altre decine di sue composizioni passate alla storia e coverizzate senza pietà da Rolling Stones, Grateful Dead, Elvis Presley e chi più ne ha più ne metta non possono che darmi ragione.

Ci si vede presto,

Dario Gaggero, un bluesman battagliero.

Consigli per gli acquisti:

‘I’m Jimmy Reed’ (Charly) 2cd – 2014;

Il suo primo album Vee-Jay, rimasterizzato e impreziosito da un secondo disco di singoli e rarità. Partite da qui.


 
 
 

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