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Blues between my ears #4

  • Dario Gaggero
  • 9 lug 2015
  • Tempo di lettura: 2 min

“Don’t bring me flowers after I’m dead A dead man sho’ can’t smell And if I don’t go to heaven ooh-well-well, I don’t sure need no flowers in hell”

Laaaaaaaaaadies and Gentlemen!

rieccoci all’ormai classico appuntamento con ‘Blues Between My Ears’, la rubrica agile e snella che vi aiuta a sopportare la canicola estiva e vi fa superare in scioltezza la prova costume. A onorare questo rito sono sempre io, Dario Gaggero: Dittatore Senza Appello degli Snake Oil Ltd., Ugola di Bronzo 2007 al Festival dei Misconosciuti di Avignone, Importatore Esclusivo per l’Italia dell’unico Olio di Serpente che vale tanto oro quanto pesa (l’acquirente).

Crescono febbrili le aspettative per la nostra partecipazione al Fermento Blues Festival di Monopoli (18/07):

Tony non reggeva più la tensione e ha deciso di partire con una settimana di anticipo, per meglio controllare i dettagli della scheda tecnica e abituarsi al cambiamento di latitudine.

Ma bando alle ciance: l’argomento di oggi è Peetie Wheatsraw, the Devil-Son-In-Law! Pianista limitato ma efficace e dotato di una voce scura e strascicata perfetta per tratteggiare con un ghigno sarcastico le sue storie sempre al limite della legalità; è stato uno dei primi bluesmen a creare nelle sue canzoni un personaggio sopra le righe e a renderlo popolare, infilandosi a forza in una tradizione che parte dal vaudeville e arriva al gangsta rap. Il giochino gli è riuscito talmente bene che ancora adesso gli esperti non riescono a decidere se Peetie Wheatsraw (pseudonimo di William Bunch) sia un nome legato alla tradizione folklorica afroamericana o se invece se l’è inventato lui di sana pianta.

Peetie: 1 – Critica: 0.

Esponente di grande successo della scena prebellica di St.Louis e autoinsignitosi del titolo di ‘Devil’s Son-in-Law’ (il genero del Diavolo!) Peetie ha inciso tantissimo e venduto carrettate di 78 giri anche se oggi sembra non cagarselo più nessuno. Signori della corte: quest’uomo ha coltivato un’immagine satanica di se stesso in netto anticipo su tutta la concorrenza, influenzato gente come Robert Johnson, reso popolare per primo l’interiezione ‘ooh, well well!’ che se ci metteva il copyright diventava miliardario, è morto di morte violenta (scontro tra una Buick e un treno merci) dopo aver inciso una canzone dal titolo ‘Bring me flowers while I’m living’ e compare pure nel romanzo ‘L’Uomo Invisibile’ di Ralph Ellison. Cosa aspettate a dedicargli uno straccio di festival, una retrospettiva, un premio Satan Blues 2015?

Mi rimetto alla clemenza della corte.

Ci vediamo in giro, Dario Gaggero, un bluesman ad alzo zero.

Consigli per gli acquisti:

“The Devil’s Son-in-Law 1934-1941” (Wolf) cd.

(come volevasi dimostrare il mercato attuale offre poco. per chi non volesse sobbarcarsi la spesa dell’integrale pubblicato dalla Document questa è una delle poche antologie disponibili in cd a prezzo umano)


 
 
 

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